Frisinga, Baviera. Trentuno giorni, trentuno pasti. Non sempre, ma sempre più spesso di due o più portate. Preparazione, ingredienti, ricette, ma non solo. Trentuno lettere alla madre raccolte in un epistolario anonimo trovato negli scantinati dell’Università. Il Coccio magico parla di cibo, di pietanze, ma racconta anche storie di vita, e la Storia. Ed è così che Frisinga in Baviera è accanto al Mercato della Napoli del ‘600 e alla Villa di Lucullo a Santa Lucia. Ed è così che le tavole di Etruschi, Greci, Latini, Longobardi, Normanni, tornano a nuova vita in un convivio dove incontriamo Mozart, Shakespeare, Lippi e perfino il Wolpertinger. Ricette bavaresi o napoletane? Napoletane si direbbe, ma la loro origine è anche altrove. Preparate e gustate in Baviera, ma a qual fine? Nutrire, gustare, ma nel far ciò rivelano l’esistenza di un’Europa unita, almeno a tavola. Cibo “nuovo” con radici antiche o nuovo perché dimenticato? Forse non è importante. Il loro messaggio sì: Pensa, cucina, saggia.
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